Bilbao – Dal 1999 ogni anno il 23 settembre si celebra a livello internazionale la Giornata contro il traffico di esseri umani, con l’unico obiettivo di denunciare e sradicare questa pratica illegale, offrire assistenza alle vittime che hanno subito abusi sessuali o sono state costrette ai lavori forzati e che in genere sono donne e bambini. Il fenomeno colpisce tutti i Paesi del mondo con diverse modalità, la più diffusa è lo sfruttamento sessuale che, oltre a trauma fisici lascia anche segni psicologici molto forti.
Secondo i dati pubblicati dall’Anesvad, una ong spagnola che si occupa prevalentemente dello sviluppo e della tutela sanitaria come diritto fondamentale di tutti, e pervenuti a Fides, quasi 6 milioni di bambini e bambine sono costretti a lavorare in tutto il mondo e 1 milione e 800 mila sono sfruttati nell’industria del sesso. Altri dati dello studio affermano che il 35% di donne e bambine hanno subito violenza sessuale, il 47% sono stati minacciati e il 20% rinchiusi in una abitazione. Il 70% degli intervistati lavorava 7 giorni su 7 e il 30% almeno 11 ore al giorno. In Europa, tra il 2010 e il 2012, sono state registrate circa 30 mila vittime della tratta, un aumento del 28% rispetto al 2008-2010. Tra questi, il 69% sono sfruttati sessualmente, il 17% dell’età tra i 12 e i 17 anni, mentre il 2% con meno di 11 anni. In Spagna, i dati registrati da aprile 2013 a dicembre 2014 riportano 11 mila vittime. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha dichiarato che in tutto il m ondo esistono 4 milioni e mezzo di vittime di abusi sessuali, il 90% sono donne e bambine. (AP) (23/9/2015 Agenzia Fides)