Huesca (Agenzia Fides) – “Può un bambino essere missionario?” È la domanda al centro della Giornata nazionale della Santa Infanzia che verrà celebrata in Spagna domani, domenica 24 gennaio.
“Può un bambino essere missionario? “La risposta è chiaramente sì” dice Sua Ecc. Mons. Julian Ruiz Martorell, vescovo di Huesca e Jaca (Spagna), che spiega il significato della giornata e invita a valorizzare le preziose qualità “missionarie” dei bambini, che sono sensibili, hanno grandi cuori, sono generosi e riconoscenti.
Questo per tre ragioni:
Per primo, i bambini hanno una particolare sensibilità alle necessità di altri bambini. Al vedere immagini o fotografie di coloro che hanno la stessa età, che vivono in paesi poveri e non hanno il necessario: affetto, riparo, servizi igienici, acqua, cibo, vestiti, banchi di scuola, libri, quaderni, matite e anche palloni da calcio. Allora domandano le ragioni di tanti squilibri e ingiustizie.
Secondo, i bambini hanno un grande cuore. Un cuore che vede dove c’è bisogno e voglia di agire di conseguenza.
Terzo i bambini hanno uno spirito generoso che si manifesta nella loro disponibilità a condividere. Hanno capacità di rinuncia. Essi hanno una predisposizione a superare i pregiudizi della cultura, razza o religione.
Le raccolte realizzate ogni anno nelle parrocchie e nelle scuole riflettono una capacità di sintonia affettiva ed effettiva con i bambini più vulnerabili.
Grazie alla generosità dei bambini spagnoli, per esempio, nel 2015, con le offerte raccolte nel 2014, sono state possibile realizzare 385 progetti d’educazione, d’evangelizzazione, per la salute e la vita, in 37 paesi. Sono stati raggiunti con questi progetti 245.393 bambini, e la cifra raccolta è stato di 2.733,972.39 euro. Dopo la Germania, i bambini spagnoli sono al secondo luogo nella collaborazione con l’Infanzia Missionaria.
(CE) (Agenzia Fides, 23/01/2016)