San Salvador (Agenzia Fides) – “Siamo preoccupati per la gravissima situazione in cui centinaia di migliaia di connazionali vivono attualmente negli Stati Uniti. Pensiamo, prima di tutto, a coloro che sono in pericolo di essere espulsi e a coloro che si trovano al confine di quel Paese, in condizioni deplorevoli”: lo afferma una dichiarazione della Conferenza episcopale di El Salvador che domenica 21 luglio è stata resa nota dall’Arcivescovo di San Salvador, Mons. José Luis Escobar Alas, durante il suo consueto incontro domenicale con i giornalisti. Mons. Escobar Alas ha evidenziato che lo Stato deve progettare politiche incentrate sulla soluzione della crisi migratoria, nonché per la protezione e la difesa dei diritti di coloro che migrano, perché non è giusto che siano criminalizzati. Per la Chiesa cattolica, il fenomeno dell’immigrazione deve essere affrontato alla base, concentrandosi sulle cause che lo generano, in particolare la violenza e la povertà. Il pronunciamento della Conferenza Episcopale è stato reso noto mentre è in visita in El Salvador il Segretario di Stato americano Mike Pompeo. Visita che dovrebbe portare benefici alla popolazione, ha auspicato l’Arcivescovo. I Vescovi, e la comunità salvadoregna sono rimasti particolarmente toccati dal caso di Oscar Alberto Martínez e della sua piccola figlia Valeria, morti annegati mentre cercavano di attraversare il Rio Grande, una tragedia catturata in una fotografia che ha provocato indignazione in tutto il mondo. “Siamo profondamente preoccupati per la situazione dei bambini che soffrono nei centri di detenzione tutti i tipi di abusi e, soprattutto, la separazione dei loro genitori. Questa situazione può causare danni psicologici irreparabili” aggiungono i Vescovi nella loro dichiarazione. El Salvador è apparso sulle prime pagine dei giornali per il fenomeno dell’emigrazione verso gli Stati Uniti, purtroppo a causa degli ultimi migranti morti alla frontiera sud di questo paese. Inoltre la stampa americana ha appena annunciato che l’amministrazione Trump amplierà il programma di espulsione accelerata (expedited removal) a livello nazionale che attualmente si applica solo entro 100 miglia dal confine. Un memorandum del Dipartimento per la sicurezza nazionale (DHS), pubblicato ieri lunedì 22 luglio nel registro federale, rivela che verrà accelerata in modo drammatico l’espulsione degli immigrati dichiarati inammissibili negli Stati Uniti. Il presidente di El Salvador, Nayib Bukele, ha recentemente affermato che, secondo le statistiche fornite dal governo degli Stati Uniti, le carovane di migranti sono costituite per il 40% da honduregni, un altro 40% da guatemaltechi, l’8 o il 9% da migranti da altri paesi e solo dall’11% di salvadoregni. Si stima che oltre 2,5 milioni di salvadoregni vivano negli Stati Uniti, di cui 179.000 hanno uno status di protezione tempòoranea (TPS). L’ultima proroga del TPS scadrà a settembre 2019. (CE) (Agenzia Fides, 23/07/2019) |