“Occorre che le autorità del Paese si assumano le proprie responsabilità per mitigare le sofferenze della popolazione” ha affermato Sua Ecc. Mons. Dieudonné Nzapalainga, Arcivescovo di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, in un’intervista al Réseau des Journalist pour le Droit de l’Homme (RJDH), pervenuta a Fides, commentando le violenze che hanno colpito la città di Bambari negli ultimi giorni.
“Anche la comunità internazionale che opera qui deve assumersi le proprie responsabilità, perché la violenza non diventi esponenziale ma sia ridotta il più possibile. A volte si ha invece l’impressione che si è passivi o incapaci” sottolinea l’Arcivescovo, riferendosi alla Missione ONU in Centrafrica (MINUSCA) e a quella francese Sangaris, sotto accusa tra l’altro per il comportamento di alcuni suoi militari che avrebbero commesso violenze sessuali nei confronti di minori centrafricani.
Le violenze alle quali si riferisce Mons. Nzapalainga riguardano diverse aree del Paese, e in particolare la città di Bambari, dove il 20 agosto, negli scontri tra diverse comunità, una ventina di persone hanno perso la vita, mentre altre migliaia sono state costrette alla fuga.
La grave insicurezza di diverse aree del Centrafrica e i ritardi nella registrazione degli elettori hanno costretto le autorità di transizione a posticipare il referendum costituzionale, previsto per il 4 ottobre, mentre si discute se anche le elezioni presidenziali e legislative del 18 ottobre verranno posticipate. Su questo punto Mons. Nzapalainga afferma: “se coloro che sono incaricati di organizzare le elezioni ci dicono che non è possibile farle, non serve a niente correre per avere in seguito delle frustrazioni e delle ingiustizie”. L’Arcivescovo propone invece di “riunirsi per definire un nuovo calendario. Occorre essere realisti, guardando in faccia la realtà, perché possiamo onestamente e in modo ragionevole posticiparle, per avere delle elezioni che ci facciamo uscire dalla crisi” ha concluso. (L.M.) (Agenzia Fides 8/9/2015)