Mi ha fatto un grande piacere l’arrivo dei due pacchi, mi hanno proprio
‘inseguito”. Ho trovato un gran bisogno di tutta quella bella e buona lista: Qui alla
prigione non hanno nemmeno una pastiglia di Paracetamolo e questo vi dice la situa-
zione miserabile in cui vivono questi poveri disgraziati che mi scrivono lettere patetiche
per ringraziare il Signore che sono tornato tra loro. Se vi dico che in uno spazio poco
più grande dell’ufficio, diciamo, di Massimo, stanno (!) e dormono in 39, voi faticate a
crederci, ma è cosi’. Per dirvi che la situazione altrove è lo specchio della prigione, eccovi un esempio: in un grande ospedale ho mandato io stesso ad un’amico malato l’apparecchio per misurare la tensione perché in tutto l’ospedale non c’è un dottore che ne abbia uno.
Carissimi amici/che, il lavoro che voi fate – sconosciuto e non adeguatamente apprezzato – è straordinario: “Mon père, -mi ha detto un malato di tubercolosi – io so
che muoio presto, ma la ringrazio che mi ha allungato la vita di almeno tre anni con i suoi medicinali, e questo mi ha dato la gioia di avere un figlio, sano e bello,: non sono un ramo secco.” Lei deve avere degli amici che Le e sopratutto Ci vogliono
proprio bene.
Amici/che carissimi/e, Massimo grande fratello, continuate cosi’. Giobbe dice:
“Un giorno il mio Liberatore io lo vedro’ con i miei occhi e Lui mi guarderà e non
girerà gli occhi altrove perché mi riconoscerà…. ”
E’ quello che spero e mi auguro per me e per voi tutti.
In un altro momento vi daro’ altre indicazioni sui medicinali di cui abbiamo bisogno.