La democratizzazione del paese e la reale indipendenza dei poteri dello Stato dovrebbero essere temi da affrontare nel dialogo nazionale in cui diversi Vescovi cattolici fungeranno da mediatori e testimoni: lo ha afferma il Vescovo della diocesi di Matagalpa, Mons. Rolando José Álvarez Lagos, in una nota inviata all’Agenzia Fides. Presiedendo la solennità religiosa di San Giuseppe nella parrocchia di San José Obrero a El Tuma, una delle principali concentrazioni urbane nel municipio di El Tuma-La Dalia, Mons. Álvarez ha ricordato ieri che la situazione nel paese “è molto complicata”.
“Voi sapete che, come Vescovi del Nicaragua, abbiamo intrapreso una difficile strada, un sentiero in cui ci sono molte spine, ci sono molti rischi e molti pericoli, perché la situazione in Nicaragua è molto complessa”, ha detto mons. Alvarez nella sua omelia ai fedeli.
Secondo il Vescovo, il dialogo deve coinvolgere “i più ampi settori rappresentativi della popolazione nicaraguense, e ognuno ha il suo approccio, il suo punto di vista. Spesso è difficile per noi essere al centro e cercare la conciliazione, fare da ponte e canale di comunicazione tra le parti, per essere in grado di trovare un percorso che ci porti tutti a un consenso”, si legge nella nota.
Il Nicaragua sta attraversando una crisi che dura ormai da 2 settimane, con massicce manifestazioni contro il presidente Ortega, che sono iniziate dopo l’annuncio di un provvedimento draconiano di taglio alle pensioni. L’agitazione è proseguita sebbene il presidente abbia revocato la sua decisione, dopo le numerose vittime causate dalla repressione delle forze dell’ordine.
La popolazione adesso esige le dimissioni di Ortega e di sua moglie, la vicepresidente Rosario Murillo, perché li considerano corrotti, violatori dei diritti umani, dei diritti civili e delle libertà pubbliche.
In tutta questa vicenda, la Chiesa cattolica ha svolto un ruolo di protagonista, perché è scesa in piazza a difendere i giovani cattolici che pacificamente hanno chiesto giustizia per gli anziani del paese.
La stampa internazionale si è accorta del Nicaragua quando alla marcia “per mostrare la fede in Dio e l’amore per il Nicaragua”, organizzata dalla Conferenza Episcopale hanno partecipato migliaia di nicaraguensi arrivati da tutto il paese.
Da quando le proteste sono iniziate, i violenti scontri che hanno avuto luogo in Nicaragua hanno provocato almeno 42 morti e un totale di 48 dispersi, secondo il Centro per i diritti umani del Nicaragua (Cenidh), mentre altre organizzazioni umanitarie riferiscono che questa cifra arriva a 63 vittime. (Agenzia Fides, 2/05/2018)