“Chiediamo giustizia ed equità nei commerci di beni e servizi, ma specialmente riguardo alle risorse naturali, che sono prese ogni anno dall’Africa” affermano i Vescovi dell’Africa e dell’Europa, in una dichiarazione congiunta della Commissione delle Conferenze Episcopali della Comunità Europea (COMECE) del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM), pubblicato in vista del vertice tra Unione Africana e Unione Europea, che si terrà ad Abidjan, in Costa d’Avorio, dal 28 al 29 novembre.
I Vescovi chiedono ai responsabili politici africani ed europei di collaborare per dare un futuro ai giovani africani attraverso la creazione di opportunità di lavoro nel rispetto di uno sviluppo sostenibile rispettoso dell’ambiente.
I giovani africani – sottolineano i Vescovi – sono vittime dei trafficanti di esseri umani. “Speriamo quindi – afferma la dichiarazione – in una forte presa di posizione dei partecipanti al summit euro-africano sulla migrazione e specialmente nella lotta contro il traffico di esseri umani. Inoltre, ci aspettiamo che l’Unione Europea rinforzi il suo impegno per programmi di sviluppo sostenibile in occasione del summit”.
La lotta al traffico di esseri umani non è quindi disgiunta dall’offrire ai giovani africani la possibilità di sviluppare la propria vita nel loro continente. “Nuove industrie locali e lo sviluppo dell’agricoltura sostenibile possono ridurre lo stimolo nocivo che spinge i giovani a lasciare la terra natale e diminuire il fenomeno conosciuto come “fuga dei cervelli” affermano i Vescovi.
Uno dei fattori spesso ignorati nei Paesi europei dove sono diretti i giovani africani è quello del cosiddetto “brain drain”, o “fuga dei cervelli”, che comporta un ulteriore impoverimento degli Stati africani.
Secondo il Rapporto Annuale della Banca Mondiale del 2014, tra il 1980 e il 2010 sono giunti in Europa dall’Africa 30,9 milioni di persone, circa il 3% della popolazione totale africana.
Tra questi vi sono diversi diplomati e laureati. Secondo l’Organizzazione Mondiale per le Migrazioni (IOM), tra i migranti che entrano in Europa legalmente, vi sono 20.000 tra medici, professori universitari, ingegneri e altri professionisti che abbandonano l’Africa ogni anno a partire dal 1990.
Per rimpiazzare queste professionalità perse, le organizzazioni internazionali spendono annualmente circa 4 miliardi di dollari per impiegare in Africa personale proveniente da Europa e America del Nord.
Vi sono quindi spazi per immagine e adottare politiche che permettano agli africani di sviluppare il proprio continente nella collaborazione reciproca tra Africa ed Europa. È l’auspicio dei Vescovi di entrambi i continenti.
(Agenzia Fides 7/11/2017)