La minaccia della diffusione del colera che ormai dilaga nell’area centrale e occidentale del Darfur è particolarmente grave nei villaggi di Nierteti e Jebel Marra. Continuano ad aumentare i contagi, mentre i decessi registrati variano da villaggio a villaggio. DI fronte a questa emergenza, una coalizione di organismi espressione delle Chiese cristiane sta offrendo un fattivo contributo per contrastare la possibile epidemia. Fonti locali hanno riferito a Fides che ogni giorno, nei centri di isolamento medico di Kuweila, Mara, Nierteti e Korifal, continuano ad arrivare persone affette da “diarrea acuta acquosa”, che secondo gli standard medici dell’organizzazione mondiale della Salute corrisponde al colera.
L’impegno di Caritas Internationalis per fronteggiare l’emergenza continua attraverso iniziative promosse tramite le diocesi di El Obeid e Khartoum e altri programmi offerti nel paese. Secondo quanto riferito a Fides, il bilancio delle vittime a Nierteti quest’anno ammonta ad almeno 22 morti, 18 persone a febbraio, e finora altre 4 persone in questa prima parte del mese di marzo.
Dall’inizio della guerra nel 2003 in Darfur è stata registrata la più grave crisi umanitaria dell’ultimo decennio. Attualmente almeno 3,5 milioni di persone hanno bisogno di aiuti umanitari, tra questi oltre un milione di sfollati interni nei campi che sopravvivono con gli aiuti alimentari. La vita nei campi profughi è difficile, le famiglie ricevono assistenza sanitaria, cibo, acqua e altri generi di prima necessità attraverso la Caritas e l’ACT Alliance, organismo di cooperazione che raduna oltre 140 chiese e organizzazioni cristiane, protestanti e ortodosse. L’obiettivo di Caritas e ACT è quello formare una coalizione ecumenica che offra servizi basilari alle comunità e aiuti la gente a diventare sempre più autosufficiente. A Khartoum e in Darfur oltre 600 mila persone possono contare anche sugli aiuti del Catholic Relief Services (CRS), Caritas con sede negli USA. (15/3/2018 Agenzia Fides)